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Le deformazioni craniche di origine posizionale derivano dalla concomitanza di molteplici cause, che ne possono determinare l’insorgenza o aggravarne la severità. Le più comuni sono:


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CAUSE PRENATALI

A)  Forze compressive intrauterine:
rappresentano la causa più frequente delle deformità craniche. All’interno dell’utero materno il feto può subire limitazioni negli spostamenti, e trovarsi costretto nella medesima posizione per un periodo di tempo prolungato. La posizione del capo e del collo, a lungo mantenuta, associate alla malleabilità delle ossa, tendono a determinare  una deformazione cranica ed uno squilibrio tensivo dei muscoli del collo (in particolare dello sternocleidomastoideo). Dopo la nascita il bambino tenderà a prediligere la stessa posizione mantenuta in utero, perseverando ed aggravando la deformità cranica acquisita.

Tra le condizioni materno-fetali più frequentemente associate a deformazioni craniche ed anomalie posturali del collo si osservano

FETO
  • Macrosomia fetale
  • Precoce discesa del feto nell’area pelvica.
  • Gravidanze plurime 
  • Anormale morfologia uterina
  • Oligoamnios o poliamnios
  • Ipertonia della parete muscolare uterina
A)  Forze extrauterine compressive:

alcune condizioni anatomiche e/o funzionali osservabili nella madre possono favorire lo sviluppo di deformazioni craniche posizionali. Tra le più frequenti:

  • La prominenza del tratto lombare della colonna vertebrale
  • L’ipertonia della muscolatura addominale 
  • La peculiare conformazione anatomica del bacino materno
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A) bacino normale;
B) bacino piatto: stretto superiore stenotico, stretto inferiore ampio;
C) bacino imbutiforme: stretto superiore ampio, stretto inferiore stenotico.

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Gli effetti deformanti possono derivare principalmente dal bacino piatto poiché quando il feto nasce per via vaginale, oltre alle modificazioni della testa dovute all’accavallamento dei parietali, spesso vi è una depressione più o meno marcata a carico quasi sempre nella regione occipitale.
C) Torcicollo muscolare miogeno:
Questa condizione è causata dall’eccessiva ed asimmetrica tensione del muscolo sternocleidomastoideo. Quando uno di questi due muscoli, situati lungo la parte laterale del collo,  è teso ed accorciato, la testa del bimbo si mostra piegata in avanti ed inclinata verso il lato interessato dalla tensione, mentre il viso sarà rivolto verso la spalla opposta. A causa di questa squilibrata tensione muscolare, in posizione di riposo la testa tenderà sempre nella stessa posizione, creando una plagiocefalia posizionale, con aree di appiattimento nella regione parieto-occipitale dal lato verso cui la testa è prevalentemente rivolta e, di conseguenza, rigonfiamenti in altre parti del cranio. Questo processo di deformazione si realizza prevalentemente in fase prenatale ed incrementa velocemente nei neonati a causa della malleabilità del cranio e della flessibilità delle suture.
bimbo
CAUSE CONNATALI
  A)

Alcune condizioni fisio-patologiche relative ai meccanismi del parto possono determinare e/o favorire la persistenza di deformazioni craniche di tipo meccanico.

Tra le più frequenti:

Parto traumatico
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Presentazione podalica o bregmatica
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parto con forpice o ventosa
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Le anomalie morfologiche del cranio determinate esclusivamente da eventi meccanici relativi al periodo espulsivo tendono a regredire spontaneamente nel giro di alcune settimane ed usualmente  richiedono soltanto un programma di terapia fisica. La persistenza di una deformazione cranica oltre i tre/quattro mesi di vita necessita una valutazione specialistica specifica.

  B)

Alcune condizioni fisio-patologiche del neonato, come la prematurità, o francamente patologiche, come la sofferenza perinatale, richiedono terapie lunghe ed intensive, che possono determinare una postura obbligata del capo o limitarne in maniera importante la motilità.


L’asimmetria del capo è spesso di modesta entità alla nascita, può sfuggire alla considerazione del pediatra e passare inosservata ai genitori.
Il neonato con deformazione cranica posizionale mostra spesso di preferire il decubito supino dal lato appiattito dalla costrizione uterina. Se il piccolo non viene precocemente condizionato a privilegiare decubiti alternativi, l’asimmetria cranica manifesterà un’ineluttabile progressione peggiorativa. Un tempestivo programma di decubito alternativo e di terapia fisica, promossi da  una precoce diagnosi differenziale, saranno sufficienti, nella maggior parte dei casi, per ottenere una regolarizzazione morfologica del contorno cranico ed una normalizzazione funzionale della motilità cervicale, riservando il trattamento ortesico ai casi di deformità più severa e persistente.


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PROGRAMMA BACK TO SLEEP

È molto importante che i bimbi vengano posizionati a dormire sulla schiena. Il programma “Back to Sleep”, promosso dall’American Academy of Pediatrics nel 1992, ha determinato una riduzione fino al  40%  dell’incidenza di “morte improvvisa in culla” (Sudden Infant Death Syndrome - SIDS) rispetto al periodo precedente, quando i neonati venivano posti a dormire in posizione prona.
Contemporaneamente si è, fortunatamente, diffuso l’utilizzo di seggiolini omologati per il trasporto dei bambini in auto o durante le passeggiate a piedi. Anche se vantaggiosa da molti punti di vista,  il mantenimento prolungato della posizione supina  crea una pressione continua sulla parte posteriore del capo e determina un appiattimento su uno o entrambe i lati del cranio.

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UTILIZZO DI DISPOSITIVI DI TRASPORTO E GIOCO

Nei primi anni ’90 questi prodotti furono revisionati e resi più ergonomici per un uso più conveniente e pratico da parte dei genitori. Inoltre l’inasprimento delle norme sul trasporto dei bambini in auto ha favorito la diffusione di questi dispositivi.
La multifunzionalità del seggiolino ad esempio, un prodotto divenuto ad oggi estremamente popolare in una società mobile quale quella attuale, può essere usato in automobile, come passeggino, come seggiolone etc. Ne risulta che il bambino  trascorrere l’intera giornata all’interno di questi “contenitori” mettendo la regione occipitale sotto costante pressione anche quando il bimbo non è addormentato nel lettino.

 

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